Imu e Tasi: cosa può fare chi non ha pagato l’acconto

Il 18 giugno è scaduto il termine per il versamento della prima rata di Imu e Tasi sulla casa. Alla cassa sono stati chiamati milioni di contribuenti. Dai conti delle famiglie alle casse dei Comuni saranno trasferiti circa 10 miliardi di euro. Il saldo dovrà, invece, essere versato entro il prossimo 17 dicembre. Chi non ha pagato la prima rata dell’Imu o della Tasi entro il termine fissato può rimediare al ritardo attraverso l’istituto del Ravvedimento operoso. Si tratta di uno strumento che consente al contribuente di pagare l’imposta dovuta con un esborso maggiorato che però è ridotto rispetto alla sanzione vera e propria. In pratica il contribuente riconosce la propria mancanza e viene «premiato» con uno sconto. Deve sbrigarsi però, perché il Ravvedimento scade nel giro di poco tempo. Chi arriva in ritardo dovrà pagare un’imposta maggiorata di un tasso d’interesse che è pari allo 0,3% annuo. Vuol dire tre euro in più all’anno ogni mille da versare. Attenzione perché negli anni questo tasso è cambiato più volte, l’anno scorso si fermava allo 0,1% annuo. A questo tasso va poi aggiunta una sanzione e questa varia a seconda dei giorni di ritardo. Viene calcolata sull’ammontare dell’imposta. Questa sanzione è ben più salata e, in alcuni casi, si paga per ogni giorno di ritardo accumulato. Ci sono quattro tipi di Ravvedimento. Chi si lascia sfuggire queste quattro finestre temporali dovrà pagare la sanzione per intero, senza sconti, che è pari al 30% dell’imposta non versata. Ravvedimento sprint: per chi paga entro 14 giorni dalla scadenza del termine per pagare l’imposta. In questo caso la sanzione è dello 0,1% giornaliero. Su mille euro si arriva a 14 euro massimo. Ravvedimento breve: per chi paga dal 15° al 30° giorno successivo alla scadenza. In questo caso la sanzione è fissa all’1,5%. In pratica dal 15° giorno la sanzione è parti a quella del 14° ma non c’è più l’aumento costante, giorno per giorno. Ravvedimento medio: parte dopo il 30° giorno di ritardo fino al 90° giorno. In questo caso la sanzione fissa sale all’1,67%. Ravvedimento lungo: scatta dopo il 90° giorno di ritardo, ma comunque entro i termini di presentazione della dichiarazione relativa all’anno in cui è stata commessa la violazione, la sanzione fissa è del 3,75%.

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